L’alchimia più complessa è stata messa a punto in questi giorni dalla BVT (Bee Vectoring Technology), una giovane società canadese specializzata nell’impiego di insetti impollinatori (api mellifere e bombi). L’idea sulla quale hanno lavorato gli esperti di questa impresa che dall’Ontario scommette di riuscire a parlare al mercato globale, è stata quella di sfruttare le conoscenze fin qui disponibili in campo entomologico per arrivare a
utilizzare gli insetti che visitano fiori come veri e propri vettori di una particolare miscela di sostanze antiparassitarie di origine naturale. Uno sfruttamento a fin di bene dell’attitudine che gli insetti cosiddetti “utili”, api mellifere e bombi in primo luogo, hanno di individuare, visitare, bottinare e impollinare i fiori di colture destinate alla produzione di ortofrutta. In tal modo evitando di ricorrere all’irrorazione indiscriminata di grandi e inutili quantità di antiparassitari sulle coltivazioni. La BVT-Bee Vectoring Technology ha infatti pensato di utilizzare le bottinatrici per ottenere la dispersione sui fiori della giusta quantità di pesticidi naturali preservando la salute e la sopravvivenza della pianta. Il sistema è semplice e noto da anni anche in apicoltura, ma i canadesi lo hanno ulteriormente messo a punto, reso più efficiente, brevettato e industrializzato: all’interno dell’arnia viene inserito un piccolo vassoio con una polvere composta da pesticidi innocui per gli insetti impollinatori mescolati a Gliocladium roseum, un fungo antagonista che non provoca disturbi agli insetti ma che attacca i parassiti delle piante. Le api e i bombi, uscendo dall’alveare, entrano in contatto con questa polvere che ne imbratta le zampette attraverso le quali la giusta dose di miscela medicata arriva fin dentro i fiori, per poi diffondersi alle altre parti della piante e infine garantire una fruttificazione abbondante e sana. La sperimentazione e l’impiego su larga scala è avvenuta finora sulle coltivazioni di mirtilli e peperoni, ma potrà essere presto trasferita anche alle coltivazioni di mele e pere, superando le difficoltà attualmente rappresentate dal colpo di fuoco batterico.
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